Day -1
La truppa si sveglia con un forte desiderio di colazione, tranne il DL che si sveglia con un forte desiderio di dormire. Il Lidl di fronte all’albergo sembra una buona soluzione, e quindi parte la spedizione alla ricerca dei filtri necessari a far funzionare la macchinetta che hanno a disposizione, che fa solo caffè americano (sigh!). Constatando con amarezza che i filtri non sono in vendita, la scelta ricade sul caffè solubile, in particolare su quello di qualità peggiore. Almeno, però, sono ora muniti dei Túró Rudi, il cibo nazionale ungherese.
Spaghetti con il tricolore ungherese
Dopo non molto, il gruppo si rimette in viaggio. Il resto della giornata sarà segnato dalla costante presenza di convex hull, un tema apparentemente molto caro a ITA1-3.
Oltrepassato un cambiavalute molto conveniente che “tornerà tra 10 minuti”, il settetto si dirige a mangiare i Lángos, la tipica pizza fritta ungherese. Lo STL declama che è “praticamente una carbonara: è condita con pancetta, panna, formaggio…”. L’animo belligerante e sdegnato del DL non sarà facile da sedare dopo questa affermazione, ma alla fine ci si riesce. ITA2, per non infierire, decide di ordinare solo l’impasto.
Lasciato il ristorante senza abbandonare nessuno in bagno, nemmeno ITA4 (almeno non per molto), la giornata prosegue con la visita della parte Buda della città, quella che non è Pest. Il target è il Bastione dei Pescatori, ma in realtà le attrazioni principali sono:
- le fontanelle dell’acqua, che costituiscono il 95% della popolazione di Buda;
- la canicola estiva che rende le precedenti fontanelle particolarmente preziose;
- la chiesa con la torre nera;
- le panchine da tre persone.
La statua di un ignoto ecclesiastico suscita un interessante dibattito, che va più o meno così:
PM: Quel tizio regge un’antenna!
DL: Ma no, è una croce ortodossa.
STL: No no, è proprio un’antenna invece. Sta raccontando una parabola.
Soddisfatti della visita effettuata la squadra si dirige verso casa, non senza intercettare il primo Lidl sulla strada per rifornirsi di ghiaccioli. Ancora una volta, l’amichevole supermercato di quartiere li delude, e quindi ripiegano su una bibita all’ottimo sapore di giallo. Rinfrancati da questa conquista i nostri ripartono per raggiungere il cambiavalute. Dato che dopo sole 6 ore non è ancora rientrato dalla pausa di 10 minuti, chiedono a un cameriere del locale accanto, il quale, gesticolando e facendo segno verso la bocca, indica loro che probabilmente è stato inghiottito da un buco nero. Il cambiavalute subito dopo è comunque molto conveniente e soddisfatti i nostri eroi vanno a collassare nel loro appartamento.
Una volta tornati in possesso delle loro facoltà, si riparte per acquistare i biglietti del treno per il giorno dopo, e cercare un ristorante nei paraggi della stazione Keleti. Vince la fiducia del gruppo una food court asiatica, con tecnologia di ultima generazione: si ordina infatti in modalità touch, ovvero toccando le foto sul menù, perchè non esiste una lingua nell’intersezione di quelle parlate dalla delegazione italiana e i proprietari del locale. Inoltre, a differenza di altri posti, le sedie sono trattate con dignità e pagate adeguatamente, come si può constatare semplicemente guardandole.
La serata prosegue in appartamento, per alcuni ancora per poco, per altri fino alle 2, a debuggare pipe che non funzionano su task maker.