IIOT 2023 Diary

Ciao a tutti! Due zero settimane fa ci sono state le EGOI IIOT in Turchia Egitto. Per gli interessati, abbiamo fatto un resoconto delle varie giornate, con i momenti più memorabili per tutti (in bene o in male :joy:)
~semicit.

Day0

È la mattina di venerdì 26 maggio (1685052000), le squadre ITA2 e ITA3 [1] si incontrano con @bortoz a Milano Centrale e prendono in tempo il regionale 2938 direzione Malpensa, dove si uniscono a ITA1.

Dopo aver superato i controlli, fanno razzia di acqua potabile nei bagni dell’areoporto per assicurarsi di non morire di disidratazione (quantomeno fino alla sera) [2].

Il volo MS704 parte in orario con direzione Il Cairo. A bordo la delegazione italiana viene lautamente nutrita con verdure freschissime e cibi aerobici [3].

Dopo 3 ore e 50 minuti spese nell’etere, l’aereo finalmente atterra su una pista nel mezzo del deserto, ma impiegherà ancora più di 15 minuti per raggiungere l’areoporto viaggiando su ruote.
All’aeroporto le squadre vivono attimi prolungati [4] di terrore, aspettando che le proprie valigie compaiano sul nastro trasportatore, temendo di non rivederle mai più.
Quando anche l’ultimo membro di ITA2 recupera il proprio bagaglio, tutta la delegazione corre furiosamente fuori dall’aeroporto, dove trova ad aspettarla un pulmino sospetto marchiato Apple.

Il pulmino:

  • sedili brandizzati Apple
  • copertina/moquette/tappetovolante sul cruscotto decorata con Sfinge™ e Piramidi™
  • servizio di broadcasting del Corano dai migliori minareti del Cairo
  • servizio di areazione naturale [5]

Il viaggio è lungo e tortuoso ma regala emozioni. Gli azzurri si divertono a contemplare le svariate tipologie di auto egiziane, constatando che nessuna di esse ha meno di vent’anni.

Prese a caso N macchine sull’autostrada Il Cairo-Port Said, sia X_N il numero di auto in panne. Dopo un’attenta osservazione, il gruppo stima \mathbb{E}[X_N] \approx N / 50.








Piramidi di Cheope, Chefren e Micerino.


Allo scoccare della mezzanotte appare il cartello “Port Said”: la terra promessa!

Ancora un po’ di slalom tra nativi in scooter, cani randagi e macchine raggianti di neon e il pulmino raggiunge l’Arab Academy of Science and Techonology. La delegazione del bel paese viene accolta con entusiasmo e a sua volta si emoziona scoprendo che è prevista la cena (è pur sempre l’una). Prima però visitano gli alloggi. Varcata la soglia, l’entusiasmo crolla immediatamente.






  1. {"ITA1":"Aldini Valeriani Bologna", "ITA2":"Roiti Ferrara", "ITA3":"Galilei Trento"} ↩︎

  2. Illusi ↩︎

  3. tipici degli aerei (si dice così vero?) ↩︎

  4. 45 minuti ↩︎

  5. buco sul soffitto ↩︎

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Day1

La notte è giovane breve per i nostri eroi, che alle 8:30 (UTC +2) di sabato 27 si trovano, tutti sorprendentemente ancora in vita, a mangiare falafel, formaggini e pezzi di pane crudo per colazione.
Dopo aver selezionato attentamente il cibo con cui nutrirsi, le squadre attendono l’apertura delle registrazioni nella hall principale del campus, sfidandosi ai numerosissimi giochi a propria disposizione [1] e facendo conoscenza con alcuni componenti della squadra ungherese.
Quando finalmente aprono le registrazioni, si recano a ritirare il proprio badge assieme ad alcune sporte piene di gadget iiot.
È in questo momento che ITA1, ITA2 e ITA3 si rendono conto che @bortoz non è il famoso Alessandro Bortolin, bensì Davide @davide99 Bartoli sotto copertura.




Le registrazioni sono seguite dalla cerimonia di apertura e dalla practice, dopo la quale finalmente arriva ora di pranzo [2]. Il pranzo è migliore dei due pasti precedenti, alché si congettura che i pasti delle IIOT siano serviti in ordine crescente di qualità [3].

Nel pomeriggio ITA3.F e ITA3.X provano a recuperare le ore di sonno della notte precedente, mentre ITA2.L, ITA2.M e altri membri della delegazione si concedono una passeggiata sulla spiaggia. Sono sorpresi dalla peculiare usanza portosaidica di divertirsi lanciando rifiuti in mare [4]. La temeraria prof accompagnatrice di ITA3 azzarda una nuotata: il suo costume, originariamente bianco, ne esce color-acqua-di-Port-Said [5].



Al ritorno i ragazzi possono degustare per la seconda volta una cena a base di patatine salatissime (direttamente dal sacchetto) e panini particolarmente sospetti [6].


La giornata è quasi giunta al termine… ma non così in fretta! ITA2.L, ITA2.M, ITA3.F e @bortoz/Alessandro Bartolin/Bartoli si dirigono verso gli alloggi con un solo nobile scopo: redigere il diario che state leggendo. Non si rivela un compito facile: senza wi-fi [7] è impossibile scambiarsi le foto. Se non fosse che nulla è impossibile per i nostri scrittori! @bortoz/Alessandro Bartolin/Bartoli fa notare che in linea teorica l’hotspot del telefono permette a più dispositivi di connettersi alla stessa rete, sia anche essa isolata da internet. La mezz’ora successiva viene impiegata per implementare un server http che permetta lo scambio di file, il tutto offline. Terminato il LAN-Party, l’italica delegazione comincia la stesura, per poi concedersi il meritato riposo.



  1. ping pong e scacchi ↩︎

  2. le 15:30 in punto ↩︎

  3. ahimé la congettura verrà presto confutata ↩︎

  4. “che schifo!” direbbe qualcuno che non ha ancora visto le petroliere in circolazione a 100m dalla riva ↩︎

  5. #756d4c ↩︎

  6. la congettura è ufficialmente confutata ↩︎

  7. la comunicazione IIOT-resto del mondo avviene tramite il wi-fi della hall, limitato a pochi metri quadri e una decina di MB/s da suddividere tra tutti i (fino a trenta) dispositivi connessi ↩︎

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Day2

Domenica 28 maggio (1685224800) è il grande giorno! ITA{1,2,3} entrano nel contest hall e alle 10:15 (in ritardo di soli 15min) inizia la gara. Le squadre si sfidano a colpi di Li-Chao Tree, Max Matching e Mo su alberi. Ahimé, a ITA​​-x \forall 1 \leq x \leq 3 la gara va peggio delle aspettative. Comunque sia i nostri eroi non disperano: ora che il loro lavoro è finito inizia la vacanza in quella gradevole località esotica che è Port Said. Lo stesso non si può dire per @bortoz, che in veste di Deputy Scientific Coordinator subisce tre spassose ore di GA meeting :​)


La stanza del server di gara.

La giornata procede per il meglio, nel pomeriggio la redazione pubblica Day0 e Day1 del diario che state leggendo. Si conferma il trend secondo il quale pranzo > colazione > cena. Giunta la sera il gruppo si divide: ITA3.F, ITA2.L e @bortoz restano nella hall con una squadra ungherese, i più insoddisfatti della cena vanno a procacciarsi il cibo nella giungla cittadina mentre i restanti o sono in camera o giocano a ping-pong.

Dopo emozionanti partite di Contact, Mao e Ratfucker [1], @bortoz pensa sia arrivata l’ora di andare a dormire. Ah fosse così facile! Varcata la soglia della camera, trova il suo letto abusivamente occupato da uno scarafaggio. @bortoz se la dà a gambe e corre a cercare aiuto con ITA2.M che, caso vuole, si trova nella medesima situazione. Si rivolgono alla popolazione locale e vengono forniti di spray antizanzare [2], deodorante per ambienti e istruzioni rassicuranti: “Spray, no smile [3] and run away”.
Tornato in camera, @bortoz constata che lo scaraggio è sparito [4]. ITA2.M invece ha più fortuna, ma nel corso della serata le blatte sembrano non finire mai [5].

Nel frattempo, i cacciatori di cibo trovano un buon candiato per la cena: sulla facciata di un edificio meno disastrato degli altri campeggia la scritta “Maverick Chicken”. A metà tra spaventati e incuriositi dai prezzi del pollo di dubbia provenienza, optano per la porzione da sei pezzi, aspettandosi ognuno sei chicken nuggets. Se non fosse che un pezzo a Port Said corrisponde a più o meno mezzo pollo e hanno appena ordinato un pollo e mezzo a testa. Non demordono e malgrado tutto riescono a finire i loro ~7.50€ di pollo.

Al ritorno, il prof accompagnatore di ITA2 salva la situazione in camera @bortoz: armato di deodorante per ambienti [6] localizza il mob-spawner e si scontra all’ultimo sangue con suddetti mob. Contemporaneamente, al piano di sopra ha luogo un’altra battaglia. In mancanza di spray, ITA1.F si arrangia con armi di fortuna.

Dopo ore di scontri, delegazione e scarafaggi raggiungono una tregua.


  1. gioco gentilmente offerto dagli amici ungheresi ↩︎

  2. con tutta probabilità bandito dalla convenzione di Ginevra ↩︎

  3. no smell ↩︎

  4. non necessariamente un bene :eyes: ↩︎

  5. più tardi scoprirà lo spawner di blatte: una crepa nel bagno alla base della doccia ↩︎

  6. entrambi non sono fan dell’intossicazione da spray-antizanzare ↩︎

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Day3

Excursion day! Ci porteranno alle piramidi? a visitare templi e siti archeologici? :​D
Macché: molto meglio! La full-day excursion si è ridimensionata a un giro in pullman di Port Said.

Alle 10:00 (\pm 30 minuti) il pullman parte dall’AAST e dopo pochi minuti arriva alla prima tappa: le montagne di sale, frutto delle saline portosaidiche. Malauguratamente però il pullman è bloccato fuori dal cancello e nessuno sembra capire il perché [1]. Sulla prima ora di gita 45 minuti si spendono ad aspettare. La delegazione italiana sta per disperare, ma la guida sa bene cosa ci vuole: l’impianto audio del bus si accende e parte “L’italiano” di Domenico Modugno. Nessuno capisce davvero cosa stia succedendo ma la canzone funziona talmente bene che prima ancora della fine i cancelli si aprono [2].


Dopo appassionanti arrampicate/cronoscalate sulle dune è tempo di tornare sul bus e dirigersi verso la destinazione successiva, che si rivela molto più difficile da raggiungere del previsto. Il bus sbaglia strada ed effettua più volte inversioni a U, che pare in quel di Port Said non siano un problema. Nel momento più alto l’autista percorre metà rotonda in retro.
A forza di girare senza meta, il pullman passa casualmente davanti a punti di interesse che la guida presenta brevemente [3]. Nei momenti morti l’atmosfera è allietata dalle canzoni per lo più italiane scelte dal nostro cicerone [4].


Un’altra ora di strada+traghetto e l’autobus arriva alla seconda tappa: la guida presenta fiera la “Historic Italian house”. Rumeni e ungheresi non conoscono parole strane come “SCVDO SABAUDO” o “FASCIO LITTORIO”, gli italiani invece si interrogano sul perché la guida li abbia portati a vedere una casa fascista: sta forse provando a dire qualcosa? :flushed:
Di fronte alla casa fascista Historic Italian House il nostro accompagnatore introduce Piazza d’Egitto, le cui aiuole ben curate e piastre lucide di pietra nera stonano un po’ con gli edifici per metà distrutti nel resto della città. Nel frattempo due locali sono intenti a dipingere con un pennellino i dettagli dorati del cancello sul canale.



ساحة_مصر#

Abbandonato fin dall’inizio l’itinerario prestabilito, la guida annuncia la nuova tappa: Feryal Garden, il parco in onore della figlia del penultimo monarca d’Egitto. I contestant apprezzano tanto la riproduzione in pietra del canale di Suez quanto un tipicissimo mulino a vento egiziano.

La tappa finale dell’escursione [5] è rimpiazzata dalla visita a un bazar di Port Said, il proprietario del quale, trovando il suo negozio invaso, esorta gentilmente [6] gli avventori ad andersene. La gita è finita, alle 15:24 il gruppo è ritornato all’AAST, giusti giusti per ora di pranzo.

Nel pomeriggio c’è la premiazione. Niente medaglie per gli azzurri: ITA{2, 3} sono le prime due squadre bronzeless, entrambe a una manciata di punti dal cutoff.

Italiani e ungheresi festeggiano l’ultima sera tra gli scarafaggi a Port Said con una cena da Maverick Chicken [7], ormai una certezza, e concludono con bevande e donut da Galal Coffee [8]; sono così belli e simpatici che il proprietario chiede loro una foto per la pagina instagram del locale.
ITA2.L, ITA3.F e gli ungheresi tornano verso la hall per un’ultima partita a carte [9] mentre il resto del gruppo si concede una passeggiata serale sulla spiaggia. Anche l’ultima sera a Port Said è giunta al termine.



  1. gli organizzatori del tour potrebbero essersi dimenticati di avvisare il custode delle dune ↩︎

  2. merito di Modugno o del custode? probabilmente non lo sapremo mai… ↩︎

  3. rigorosamente solo in italiano e in arabo (le spiegazioni sono state particolarmente apprezzate da rumeni e ungheresi) ↩︎

  4. nessuna di esse in versione originale ↩︎

  5. un generico “Museum” ↩︎

  6. ma nemmeno troppo ↩︎

  7. tranne ITA3.F, che opta per un’insalata ↩︎

  8. altresì noto col nome di “Chad Starbucks” ↩︎

  9. stavolta poker polacco ↩︎

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Day4

È il 30 maggio, giorno della partenza! Il pullman che trasporterà gli italiani fino al Cairo è previsto la mattina per le 7:00 e andarsene da Port Said sembra una motivazione più che sufficiente per far svegliare tutti alle 6:00: contestant e leader/… sentono la mancanza dei lussi occidentali [1], per questo non vedono l’ora di tornare in Italia. Ciònondimeno quasi tutti riconoscono che in fondo il soggiorno a Port Said non è stato poi così male, anzi: abbiamo riso tantissimo delle nostre disavventure e conosciuto (o conosciuto meglio) sia i nostri connazionali che qualche partecipante internazionale. Al di là di scarafaggi, cibo e gara tutti rientrano contenti dell’esperienza [2].


Il pullman brandizzato Apple arriva con la regolare mezz’ora di ritardo e circa quattro ore dopo raggiunge Il Cairo. Un sottoinsieme della delegazione italiana si fermerà ancora qualche giorno nella capitale, il complementare prende in tempo l’aereo per Milano.

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  1. suddetti lussi: acqua potabile; pulizia delle stanze e della città; bicchieri; tovaglioli; cibo; carta igienica pressoché illimitata; … ↩︎

  2. “Mi manca perfino la mia lercia cameretta e la zuppa di lenticchie per colazione”, ITA2.leader ↩︎

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